I tuoi denti brillano al buio

Conosco due persone che dovevano trovarsi. Erano state una bimba strana con gli occhiali e i capelli corti e la “R” alla francese e una creaturina dagli occhi scuri sempre avvolta dai lustrini. Poi si incontrarono di nuovo. G. annoiata, con i capelli che cambiavano colore tutti i mesi, C. stanca, con il vuoto nello stomaco e la vita nella testa. Non erano persone brave nell’arte di aspettarsi qualcosa, ma tutte quelle aspettative anestetizzate e dimenticate divennero reali. Di notte non riuscivano a dormire e allora guidavano fino al mare o compravano il pan nociato da mangiare nascoste in cima al mondo. Al buio riuscivano a respirare. I loro colori così diversi erano finalmente liberi di confondersi, di mischiarsi. Ridevano anche se avrebbero voluto ringhiare. Le belve feroci, che ognuna teneva legata e nascosta dentro di sè, presero ad annusarsi e a correre insieme. A ruggire insieme, a giocare a quale delle due facesse più paura. Ma non si facevano paura. Avevano denti affilati e occhi gialli gemelli. Tutti le avevano volute severe, schiave del controllo e dell’autocontrollo, perchè a loro bastava un attimo per perdere l’equilibrio, per vibrare di eccesso, per diventare inquietanti. Ma adesso erano due. Se una si fosse lasciata sopraffare dalla violenza l’altra l’avrebbe fermata con zampe altrettanto forti. Erano curiose di vedere la foresta che gli cresceva dentro. Gli animali sono feroci solo se sono spaventati. A ognuna era stato insegnato a domarsi da sola. Avevano fatto in modo di trasformarle nelle persecutrici dei propri spiriti.  Non sapevano che le persone  così si trovano per liberarsi. Era arrivato il momento in cui tutti avrebbero dovuto capire che non tutte le creature si assomigliano. Che se il loro mondo è fatto di colline e pozzanghere non significa che ad altri debbano essere negati il mare che ulula e le alture scoscese. Era arrivato il momento di distruggere a morsi tutti i recinti.

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