Corrispondenze

Franci, Re: Il posto più bello al mondo

Sappiamo dove stiamo andando?
Certo.
Dove?
Sempre dritto, fino al mare.
Stiamo andando al mare?
C’è un mio amico, lì. Ti troverai bene.
Io non voglio andare dal tuo amico, io voglio restare con te.
Lui è molto meglio, Stai vicino a lui e non ti può succedere niente.
Perché?
Non lo so perché. Ma è così.
E’ vecchio?
Come me. Due anni di più. Ma non è vecchio, non è uno che diventerà mai vecchio. Sarà come stare con un altro bambino, vedrai.
Non voglio stare con un altro bambino. Non ci sto mai con gli altri bambini.
Va be’, ti dico che andrà bene, ti fidi?
Chi è?
Un mio amico, te l’ho detto.
Amico in che senso?
Oh mamma, cosa vuoi sapere?
Perché lui?
Perché conosco solo posti squallidi, e invece da lui è bello, e tu hai bisogno di stare in un posto bello.
Bello perché c’è il mare?
No, bello perché c’è lui.
Cosa vuol dire?
Oh, Gesù, non farmi spiegare tutto, non sono capace di spiegarti.
Provaci.
Ma dimmi te.
Dai.
Che ne so, è l’unico posto che mi è venuto in mente, te ne stavi lì su quel letto orrendo in quella stanza agghiacciante e l’unica cosa che mi è venuta in mente è che non si poteva lasciarti lì, così mi sono chiesta se c’era un posto dove portarti che fosse il posto più bello del mondo, e la verità è che non conosco posti più belli del mondo, non ne ho da parte nemmeno uno, a parte uno, o forse due contando i giardini di Barrington Court, non so se li hai mai visti, ma a parte quelli, che son troppo lontani, io conosco un solo posto più bello al mondo perché ci sono stata e so che è appunto il più bel posto al mondo, così ho pensato che avrei potuto portarti lì se solo fossi stata capace di guidare per ore nella notte, che è una cosa che odio fare e mi mette l’angoscia solo a pensarci, ma guardandoti bene mentre cercavi di addormentarti ho deciso che ne sarei stata capace ed è per questo che ti ho tirato su e ti ho messo in macchina, decidendo che ce l’avrei fatta a portarti fin da lui, perché le cose intorno a lui e il modo che ha di toccarle e di parlarne sono il posto più bello al mondo, l’unico che ho.”

Alessandro Baricco “Tre volte all’alba”.

Casa. Casa è dove ti senti te stesso. Dove il mondo sembra più bello. Dove ti senti di correre al rifugio ogni volta che hai paura. Casa è dove Ritorni.

La cosa più bella delle atmosfere che mi hai insegnato a vedere e a sentire è che sono un po’ questo. Una casa. Piccola o grande che sia. Un bel posto dove stare bene e sentirsi al rifugio. Le atmosfere sono un modo per sentirsi bene in ogni parte del mondo, anche a km di distanza.

Tempo fa mi sono ritrovata su una terrazza sopra il tetto, in una casa di Bologna. Erano le 19.00 (l’orario della giornata che preferisco). Amo la luce del sole a quell’ora. Amo vedere di che colore diventa una città a quell’ora. Firenze diventa violetta. Bologna diventa arancio. Un arancio caldo. Con appena dei tocchi di blu verdastro.

In quel momento, guardando la città dall’alto colpita da quella luce così nuova, ho pensato a quanto è bello avere al proprio fianco qualcuno che ha i tuoi stessi occhi ma vede il bello in modi diversi. È un po’ come quando tu parlavi di due persone che parlano la stessa lingua. Guardare con gli stessi occhi anche in mezzo a persone cieche. Sentirsi uniti ma non per forza uguali. È la modalità che è la stessa. Un potere speciale donato da qualcuno.

Sotto lo stesso cielo

Sotto la stessa Luna

Io e te

A km di distanza

abitiamo nella stessa casa.

 

Buon Ritorno a Casa

Tua

Glinda

Io, Re: allora ti racconto cosa vedo io

Casa mia è piccolissima e piena di luci di natale appese sul bordo di ogni mobile, si può camminare sempre scalzi e fumare le camel alla menta e di notte si vede la madonnina del Duomo, così posso pregare per sentire che non è tutto nero, anche se non mai in cosa credo.
Il cielo di Milano la sera è rosa, poi, quando il sole scompare, diventa rosso perché le luci si specchiano nello smog. La mia vicina è una vecchietta dai capelli color zucchero filato che ascolta  Edith Piaff a tutte le ore e al piano di sotto un omino con la chitarra suona la Locomotiva.
Ho deciso che a casa mia prima di dare lo straccio bisogna spruzzare sul parquet il profumo al cocco. Il bucato inoltre diventa pieno di farfalle .
In questo momento mangio nocciole tostate mentre il mio gatto succhia e morde la mia mano sinistra . Le mie mani sono quello che io dò in pegno al gatto dell’ordine, al mio cosmo del colore della cenere.
Vorrei che vedessi con me questo posto abitato da racconti russi di demoni che si innamorano, di piccoli posacenere con i pesciolini dipinti, e i miei piedi nudi e i graffi sulle gambe.
Potrei quasi dirti che sono felice, in questa città metà di marmo e metà di cemento, anche se come sempre ho sempre fame e sempre sete. Milano è doppia e bella. Non è mai scontata, il suo miracolo lo nasconde agli occhi indiscreti, il verde è solo dietro ai portoni dei cortili, Bramante dipinge nelle chiese finti cori e lo spazio si dilata.  A volte è un po’ finta ma non la si deve biasimare, le sue bugie sono fatte per non farti pensare che quando non c’è nessuno sei una bimba sperduta che mangia per riempire i vuoti. Le sue bugie sono la mia ninna nanna, le mie letture sono le preghiere del mattino.
Non mangio più carne e pesce  perché Cosmo mi è entrato sotto la pelle e capisco che lui con i suoi occhi gialli e io con i miei nocciola, lui con il pelo color cenere e io con i capelli biondo cenere siamo due gemellini irrequieti e braccati da non si sa cosa.
Ho immensamente sonno. Ti penso spesso.

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